mercoledì 5 novembre 2014

WELCOME TO THE JUNGLE

Ieri pomeriggio, alla palestra di ginnastica artistica dove vanno i miei figli, ho assistito ad una scena dal quale è scaturito un pensiero che mi ha fatto riflettere. Mentre stavo cambiando i miei pargoli per l'imminente lezione, ho approfittato di quei cinque minuti liberi, per dar loro un po' di merenda. Dato che mia figlia non ama nessun tipo di merendina, biscotto o dolciume che sia, le ho portato i crostini di pane, quelli che si mettono nella minestra; a lei piacciono e io con quelli vado sul sicuro. Lei li mangiava tranquillamente con gran soddisfazione, poi le si avvicina una ragazzina più grande chiedendone uno. La questione arriva qui. Questa pre-pre-adolescente si è avvicinata a mia figlia con un modo, non direi sgarbato né maleducato, nemmeno perentorio o violento, diretto forse è l'aggettivo più azzeccato. Mia figlia la guarda, non aspettandosi tale richiesta e domanda a me se può dargliene uno. Io rispondo di si, ovviamente. Al che, le da questo crostino e l'altra se ne va. E' una cosa del tutto normale tra bambini chiedere di provare una cosa, piuttosto che una merenda, mica mi destabilizza anzi, sono ben contento se i miei figli condividono le cose che hanno con gli altri. Tant'è che anche mio figlio ha condiviso a sua volta,  la sua merenda con una loro amica. Quello che mi ha fatto specie, è stato vedere il confronto, quasi scontro, tra una ragazzina più grande e mia figlia. Penso a quanti incontri più o meno piacevoli saranno chiamati a gestire i miei bambini nel corso della loro vita, perciò le ipotesi su una rosa di possibilità, arriveranno di sicuro, anche quelle meno rosee. Mi domando cosa faranno in quell'occasione?
La giornata in cui siamo andati a comprare il Mac invece, il protagonista di un incontro simile è stato mio figlio. Eravamo seduti sugli sgabelli con affianco il commesso che ci illustrava il portatile, ed accanto a mio figlio, giocava un bambino della sua età che gli chiede, questa volta in modo molto più irruento, rispetto alla ragazzina della palestra, se gli andava di vedere cosa faceva. Mio figlio a questa richiesta si è irrigidito e con il suo modo, un po' glaciale, non gli ha risposto. Io non sono intervenuto perché volevo vedere come si cavava fuori da solo. La richiesta del bambino è diventato poi un vero e proprio ordine, allora mia figlia è andata in soccorso del mio piccolo, dicendo che a lui  non interessava. Vedendo di non ricevere nessuno tipo di soddisfazione, il bambino se ne va, e solo allora mio figlio si è messo davanti al giochino del suo coetaneo.
I bambini sono lo specchio dei genitori. Se uno è abituato a rapportarsi in maniera educata e garbata con gli altri, allora anche i figli, grosso modo ripetono ciò che vedono dai loro educatori. Va da sé, che se invece il piccolo assiste a modi di fare non esattamente pacati, questo ripeterà ai suoi pari, ma anche agli adulti, ciò che ha appreso e apprende di continuo.
Sia mia moglie che io, non ci ergiamo a chissà quali paladini della giustizia, però abbiamo insegnato ai nostri figli di portare rispetto a tutti. D'altro canto, è giusto anche pretendere lo stesso da chi gli sta davanti. Questa sicuramente è la via più giusta per stare al mondo, a mio parere. Certo quando mi trovo a delle scene in cui i miei figli, sono "vittime" di piccoli soprusi da parte di altri bambini, mi viene istitutivo proteggerli, però sono anche cosciente che la vita va affrontata in prima linea, quindi loro si devono irrobustire, perché per quanto facciamo finta di niente, la vita è una giungla e la meglio ce l'hanno sempre i più forti, purtroppo, mica i più educati.


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