sabato 17 gennaio 2015

AL CORSO PREPARTO

Sono reduce dall'incontro con l'ostetrica che tiene il corso preparto, frequentato da mia moglie; sorpresa: è stato utile. Oggi c'è stato l'incontro con i papà, e nonostante io sia un pluriripetente in questo campo, mi sono presentato lo stesso. Inutile dire che anche in quest'occasione noi due fossimo i più giovani, e per quanto riguarda i padri, io potevo essere il loro fratello minore, ma nonostante ciò, mi ha fatto piacere confrontarmi con i miei simili.
Il genitore maschio, solo da poco tempo è stato introdotto in questi corsi e di conseguenza, anche nelle sale parto; quindi la prima parte del corso è stata dedicata ai dubbi maschili. E' emerso, dalle voci più profonde dalla sfera umana, che quello che fa tremare i futuri papà, sono delle ansie, piuttosto che dubbi, o perplessità, prettamente legate alla sezione pratica del lieto evento. In fin dei conti il maschio con il parto centra poco, almeno era quello che credevo, però l'ostetrica ha tenuto a precisare che la fase del travaglio viene vissuta in tre; bimbo, mamma e papà, Quest'ultimo ha un ruolo più di supporto, ovviamente, ma non per questo, deve essere messo in secondo piano. Sebbene il nostro compito sia pressoché marginale, bisogna sapere come compierlo in modo corretto. Io allora ho dichiarato la mie esperienze precedenti, ovvero, per il primo parto, sia l'ostetrica che mia moglie, concordarono per farmi uscire; per il secondo, è stato così rapido che ho fatto ancor meno di quanto avrei potuto fare. Ora, non è che la tizia mi abbia illuminato, anche perché conosco mia moglie e ciò che le potrebbe andare bene in quel momento, però ci ha dato, a noi hombres, dei suggerimenti utili.
La seconda parte dell'incontro, come doveroso, è stato tutto un massaggio per le mamme. Devo ammettere, che non sono molto preparato a confrontarmi con la mia parte emotiva, per lo meno in pubblico; perciò, fare i massaggi in maniera spirituale, infondere le emozioni con il tatto alla mamma e al bambino, chiudere gli occhi e liberarsi delle emozioni, sono tutte situazioni che non faccio volentieri con altre persone intorno. In intimità io e mia moglie ci abbandoniamo alle nostre sensazioni, senza che nessuno ci suggerisca come, e dove, tastare in modo amorevole, di conseguenza, la cosa non è venuta molto bene, anzi, mi è sembrata un po' forzata. Le ho promesso, che stasera a casa, glielo avrei fatto come quello di ieri. Facendo un rapido excursus, non tutti dedicano questo tipo di attenzioni alle proprie mogli, infatti con la coda dell'occhio, ho visto dei mariti che non sapevano dove mettere le mani, oppure le mogli che ridavano sotto i baffi, per il solletico procurato dal compagno inesperto; pff, dilettanti.
A parte questa nota di vanto, nel massaggiare spesso mia moglie, mi sono reso conto che noi uomini nutriamo gli stessi dubbi sull'efficacia del nostro ruolo in sala parto, e per quanto mi è permesso dire, non siamo indispensabili. Però negarsi volutamente, o vedersi negare il diritto di assistere alla nascita del proprio figlio. è una di quelle cose che in futuro ci si pente di non aver fatto, perciò, cari padri: armatevi di coraggio ed entrate ad assistere!




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