lunedì 5 gennaio 2015

VITA SPERICOLATA

Oggi mentre sentivo una trasmissione su Virgin Radio, dal nome Abosulte Beginners (come una track di David Bowie) ho riflettuto per l'ennesima volta, su ciò che vuol dire essere un'artista. Ebbene, sono giunto alla conclusione, che per essere un musicista, uno scrittore, piuttosto che un fotografo, o un pittore, bisogna vivere come se l'arte che brucia all'interno dell'anima, non avesse vincoli sociali. Mi spiego:
chi vive secondo la propria passione, non può scendere a compromessi, lavorando come impiegato, per esempio; ma deve dare libero sfogo alla propria arte, vivendo in maniera estrema, anticonvenzionale e, soprattutto, antisociale. Questo perché? Forse perché, chi ha una sensibilità spiccata nei riguardi del mondo, dei sentimenti dell'uomo, oppure, una vera propria avversione per le regole; è chiaro che costui, non possa vivere secondo uno schema predefinito, come tutto il resto dell'umanità. Deve andare contro tutto, e con tutto, intendo anche la stessa salute fisica.
I poeti maledetti ce lo insegnarono a loro tempo, che vivendo una vita dissipata ma, anche grazie all'assunzione dell'oppio migliore, traevano l'ispirazione giusta per comporre delle poesie meravigliose. Partendo dagli anni '50 in poi, anche gli artisti della nostra epoca, hanno assunto le sostanze peggiori, per avere quel che serve a produrre un capolavoro.
Va da sé che per cogliere il momento opportuno per scrivere un brano, un libro, per dipingere un quadro e così via, non si possa stare in un negozio come commesso, o dietro ad uno sportello della posta. L'artista deve essere messo nella condizione di poter produrre come gli conviene, e se per questo, deve essere sbronzo o strafatto di eroina, significa che è giusto così.
Poi tutto ciò che avviene dopo, è una diretta conseguenza delle scelte fatte, ossia; se vivere da artista comporta: restare ai margini della società in solitudine bucandosi o, bevendo come una spugna, oppure, partecipare a feste distruttive, allora il personaggio in questione, continuerà a galleggiare nel suo malessere fino a sprofondarci, ma contemporaneamente, produce grazie a questa spirale pericolosa. E' da qui che poi nasce il mito. Nel frattempo l'artista potrebbe anche aver guadagnato un mucchio di soldi, grazie ai fantasmi che vagano dentro di lui, però, il denaro non può placare né il dolore, né tanto meno, il male di vivere, qualora sia presente, ovvio. La lista in tal caso sarebbe lunga da stilare.
Quanto ho appena scritto, penso sia la selezione naturale più determinante, per veder spiccare il migliore tra tutti coloro che hanno del talento. Non serve solo avere le basi tecniche e teoriche per diventare i migliori, ma bisogna anche passare dalla miseria, per vedere sorgere l'arte.
Anche nell'ambito sportivo ci sono dei fenomeni, ovvero, delle persone che hanno una marcia in più rispetto ad altri, però a differenza degli artisti, costoro, devono seguire una vita fatta di disciplina e abnegazione; cosa che per un musicista non è del tutto necessaria. Penso che la differenza sostanziale tra i due elementi, cioè dello sportivo e dell'artista, è che quest'ultimo, deve esprimere ciò che sente dentro, scrivendo, suonando, dipingendo... E non è detto che quello che sente siano cose facili da liberare; mentre lo sportivo, deve preparare il suo fisico al meglio, liberando il più possibile la mente.
Significa che per diventare degli artisti di prim'ordine, bisogna marcire tra droghe e alcol? Non necessariamente, ma chi attraversa quella strada, potrà dire cose che non tutti sanno, di conseguenza, sbalordiranno tutti coloro che sentiranno la loro voce, perché questa, è la voce dell'anima.



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