martedì 20 gennaio 2015

GLI ERRORI DEGLI ALTRI SI PAGANO IN EURO.

L'essere umano non è perfetto e soprattutto non è infallibile. Sovente commette degli sbagli, e proprio su questo concetto dell'errore, si basano praticamente tutte le religioni del mondo. Certo, il discorso prenderebbe una piega diversa da quella che sto per scrivere, ovvero, sulla possibilità di redimersi attraverso la preghiera, in tal senso, mi sembra del tutto inutile.
Il mio concetto di errore, comprende una certa porzione di persone, ossia: gli impiegati statali. Costoro sono delle persone esattamente come me, come tutti; quindi anche loro commettono degli sbagli. C'è però, una grossa differenza tra gli statali e i comuni mortali, cioè; se i primi, durante le loro ore lavorative incappano in qualche sbaglio, a pagarne le conseguenze sono i comuni mortali. Attenzione le conseguenze si trasformano, automaticamente in denaro. Perché accade questo? E' un mistero.
Ammesso e non concesso, che qualcosa di poco chiaro capiti in un ufficio e l'impiegato statale, capisca ancora meno del suo lavoro in corso, a fine giornata farà di tutto per inviare una bella sanzione a qualcuno. Chi riceve la sanzione, poi, dovrà fare i salti mortali per dimostrare che è nel giusto, ma se il tempo da impiegare per chiarire uno sbaglio non commesso, superi la pazienza in dotazione, alla fine si arrenderà alla invalicabile barriera burocratica e pagherà quanto deve, perché così in qualche modo si toglierà d'impiccio una multa ingiusta.
Se non si fosse ben capito ho il dente avvelenato e schiumo rabbia.



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